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La casa delle Facce a Belmez

Facce BelmezLa Casa di Belmez è una casa come tante altre in un piccolo paesino nell’entroterra spagnolo. C’è qualcosa però che da circa 40 rende questa casa diversa da tutte le altre del paese, della Spagna e del mondo intero.

La storia della Casa di Belmez nasce nel 1971 quando la signora Maria Pereira, proprietaria della casa si accorse della presenza di un’immagine dalle sembianze umane sul pavimento della stanza. Inizialmente la signora Pereira credette che quella macchia dalla forma tanto simile a un volto, fosse solo causa di qualche detersivo passato male, tentò quindi di pulire la macchia ripetutamente, ma senza risultati.

Non sapendo come eliminare la macchia, la signora decise di ricoprire il pavimento con del cemento. Il risultato fu che nuove facce oltre a quella ricoperta spuntarono in tutta la casa. Da quel momento, le apparizioni sulle pareti continuarono e talvolta la fotografie sui muri cambiavano di aspetto.

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Inserito nella categoria: Misteri

L'altalena che si muove da sola in Argentina

Gli scienziati sono rimasti interdetti di fronte ad un altalena di un piccolo parcogiochi di Firmat in Argentina.
L’altalena “posseduta” infatti per dieci giorni nei momenti più disparati della giornata iniziava a dondolare senza che nessuno la spingesse prima di fermarsi all’improvviso senza alcuna spiegazione nè logica nè scientifica. In molti potrebbero pensare che sia stato il vento a muoverla, beh, anche io l’ho subito pensato, ma se davvero fosse il vento, perchè le altre altalene affianco a lei non si muovono e restano ferme al proprio posto?

I genitori dei bambini che frequentano il parco sono convinti che la causa del fenomeno sia un fantasma.

Gli stessi hanno avvisato la polizia del fenomeno che potrebbe definirsi “paranormale” ma anch’essi confusi, sono stati costretti ad affidarsi a fisici esperti che però non hanno ancora trovato una spiegazione logica.
Al momento si stanno studiando i campi magnetici e elettrici attorno all’altalena, oltre che il vento. Sono stati addirittura contattati i mitici “GhostBusters” e non sto scherzando!

Intanto quella che era una semplice altalena è diventato un mistero di cui si sono occupati giornali e telegiornali Argentini, ma anche stranieri come il prestigioso The Sun.

Qua sotto altri video, se cercate su youtube ne potrete trovare decine.

Inserito nella categoria: Misteri

L'intero villaggio di Eskimo scomparso nel 1930 in Canada


Nell’inverno 1930, nei pressi del piccolo
villaggio di Eskimo, sulle rive del lago Anjikuni, Canada, popolato da 1.200 anime, il cacciatore Armand Laurent ed i suoi due figli erano fuori dalla loro baita, quando videro un misterioso oggetto volante in cielo che cambiava forma continuamente . Pochi giorni dopo, due ufficiali della Royal Canadian Mounted Police arrivarono alla baita di Laurent e gli chiesero se poteva ospitarli per la notte. Erano stati inviati da Churchill perché c’erano problemi sul lago Anjikuni. Quando Laurent raccontò loro della strana luce che aveva visto, gli chiesero da che parte fosse volata e lui rispose che stava proprio andando verso il lago. Fin qui tutto a posto. La storia per Laurent ed i suoi figli era finita.

Invece per un altro cacciatore, di nome Joe Labelle, era l’inizio della tragedia. Si era recato al villaggio di Eskimo pochi giorni prima di questo avvenimento, per andare a trovare degli amici, attraversando la landa ghiacciata per passare il tempo con loro. Ben presto però, mentre s’avvicinava al villaggio, fu invaso da una strana inquietudine. Non c’era nessuno. Era deserto. Sul lungolago c’erano due kayakas battuti dalle onde. Le baite erano deserte, le porte erano aperte, le pelli di caribou erano stese e ridotte a stracci dall’azione del vento gelido, pentolame con cibo ormai avariato sulle ceneri dei fuochi a lungo spenti, un abito in pelle di foca, forse appartenuto ad un bambino, aveva ancora un ago con filo penzolante. Una
donna probabilmente stava cucendo. Qualcosa doveva averla fermata. Cosa?
Labelle girò per un’ora in cerca di qualcuno, ma inutilmente. I fucili erano tutti lì, abbandonati accanto alle porte. Per un cacciatore navigato come lui risultava molto strano questo: un fucile è per un cacciatore di Eskimo la cosa più importante. Nessuno di loro se ne sarebbe andato lasciandoselo dietro, a meno che non avesse avuto intenti suicidi. Eppure se n’erano andati tutti senza nessun mezzo di protezione, né di sopravvivenza. Labelle allora se ne andò da quel posto desolato e corse al più vicino ufficio telegrafico per fare una denuncia alla polizia di Churchill. Poi insieme a due di loro, tornò al villaggio. Scoprirono i cani da slitta a 100 iarde da Eskimo, incatenati ad alcuni alberi rinsecchiti, tutti ridotti a statue di ghiaccio, morti di fame. Il mistero si aggiungeva al mistero.

Alla periferia del villaggio c’era un cimitero di pietre ove era stato sepolto un membro della comunità. Quando Labelle ed i Mounties vi si recarono, trovarono il tumulo vuoto. Le pietre erano state divelte e accatastate di lato, ed il corpo rimosso. Nessuno capì mai perché, o come avessero potuto togliere il corpo visto che il terreno era ghiacciato. Furono fatte altre ispezioni ed una ricerca su tutto il territorio nazionale con l’ausilio di ricercatori
navigati, ma non fu mai ritrovato nessuno dei villici.


L’unica conclusione era che ad un certo punto, per un motivo incognito, tutti i 1.200 abitanti di Eskimo erano fuggiti in massa dalle loro baite, lasciandosi dietro abiti, cibi non consumati, fucili, cani, e non erano mai più tornati. I loro kayak erano pure stati lasciati sulle rive del lago, e questo significava che non avevano solcato le sue acque immote. Nel 1989 uscì la novella di Whitley Strieber ‘Majestic’, nella quale l’autore suggerì una possibile, intrigante soluzione all’enigma del tumulo vuoto. Dato che gli abitanti di Eskimo notoriamente nutrivano un profondo rispetto per i loro defunti, forse questi erano stati portati via assieme a loro in segno di alta considerazione per questo loro credo? Ma chi l’ha fatto? La risposta a tutt’oggi non c’è ed il file della Royal Canadian Mounted Police è ancora aperto sulla questione.

Alcuni pensano che il resoconto di Labella sia completamente fasullo: non esiste infatti alcun documento che confermi l’avvenuto. L’episodio fu riportato (non si sa su quali basi) dallo scrittore statunitense frank Edwards nel suo libro Stranger than science pubblicato nel 1959 e poi ripreso da altri senza alcuna verifica. Anzi, il numero degli scomparsi è a poco a poco salito da 30 a 2 mila!

(Fonte Spazio-Ufo.com)

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Il bambino che visse due volte: Cameron Macaulay


All’asilo disegnava una casa bianca, davanti al mare; a sua madre chiedeva che fine avesse fatto il cane maculato e la macchina nera. Eppure Cameron Macaulay, classe 2001, vive a Clydebank, vicino a Glasgow, dalla finestra della sua stanza vede i tetti di mattoni rossi e, soprattutto, nessun cane maculato è mai circolato per casa, tanto meno una macchina nera è mai stata parcheggiata in garage.

La storia di Cameron, il bambino con il caschetto biondo e gli occhi azzurri inizia nel 2003. «Aveva tre anni - spiega la madre, Norma - quando si mise a raccontarmi le storie dei suoi compagni di Barra, un’isola a 300 chilometri di distanza». E non era che l’inizio. «Parlava dei suoi fratelli, dei capelli lunghi e castani di sua madre che gli leggeva un grande libro su Dio e di come suo padre, un certo Shane Robertson, fosse morto investito sulle strisce pedonali. Ero sconvolta». Norma ha i capelli rossi, non è religiosa, è una mamma single, e può contare solo su Martin, il fratello maggiore di un anno di Cameron.

Il tempo passa, il bambino cresce e la sua fantasia si colora di dettagli. «Non devi temere la morte - diceva alla madre - perché si ritorna: mi chiamavo Cameron anche prima». Dopo la filosofia si dedica alla rassegna della vita quotidiana. «Iniziò a lamentarsi perché nell’altra casa aveva tre bagni, mentre noi ne abbiamo solo uno». E poi perché «nell’altra vita trascorreva i pomeriggi giocando sulla scogliera dietro casa e perché con l’altra famiglia viaggiava molto, mentre noi non siamo mai usciti dalla Scozia». La mamma, i parenti e le maestre fanno finta di niente fino al sesto compleanno, quando Cameron inizia a piangere perché, diceva «gli mancava la sua famiglia di Barra». E, soprattutto, quando Norma scopre che una casa di produzione cinematografica è alla ricerca di storie di reincarnati.

È lì che la mamma 42enne decide di fare le valige e di portarlo a Cockleshell Bay, nell’Isola di Barra. Con al seguito una telecamera e Jim Tucker, il direttore della clinica di psichiatria infantile alla Virginia University, esperto in reincarnazioni. «Dopo qualche giro abbiamo trovato la casa bianca, sul mare, con i famosi 3 bagni». A quel punto anche lo psicologo ha avuto un sobbalzo. «Nel 70% dei casi - spiega Tucker - i bambini ricordano morti avvenute in circostanze non naturali, incidenti o episodi traumatici». Occasioni in cui, secondo l’esperto, memoria ed emozioni sopravvivono. «La morte improvvisa del padre è stato un trauma per Cameron - commenta Tucker -. E questo suggerisce che la sua coscienza non è un prodotto del cervello, ma piuttosto un’entità distinta, capace di sopravvivere anche dopo la morte del corpo».

Veduta dell’Isola di Barra

«Cameron era raggiante - racconta la madre -. Trovò l’entrata segreta della casa che tante volte aveva disegnato e mi disse quanto fosse ansioso di presentarmi alla sua famiglia». Membri di cui, però, non si trova traccia. La casa era abbandonata e all’anagrafe non è stato trovato nessun Shane Robertson. Si è risaliti a un certo Robertson, vissuto nella casa bianca tempo addietro e poi trasferitosi a Stirling. «Cameron guardò le foto di famiglia e riconobbe il cane maculato e la grande macchina nera di cui tanto aveva parlato».

Certo non si è messo a parlare in perfetto dialetto Danzhou come fece nel 1979 Tang Jiangshan, bambino cinese della provincia di Hainan, che a soli 3 anni disse alla madre di chiamarsi Chen Mingdao, di essere figlio di Sandie, di abitare a 160 chilometri di distanza e di essere stato ucciso durante la Rivoluzione Culturale Cinese da un colpo di pistola. Compiuti i 6 anni i genitori lo portarono nel villaggio dei racconti e senza batter ciglio, Tang entrò nella casa del padre, riconobbe le sorelle, la fidanzata e iniziò a conversare come se fosse sempre vissuto lì.

Cameron si è accontentato di aver visto la casa sul mare con un’entrata segreta e alcune foto di un cane maculato e di una macchina nera. Risolto il mistero, si è rilassato ed è tornato a Clydebank insieme alle telecamere della troupe. Lo psicologo, invece, è volato alla clinica in Virginia con una storia in più da analizzare: «Da quando abbiamo aperto il sito - dice - sono più di 100 i casi simili a quello di Cameron».

Incredibile questa storia, cercando su internet inoltre, sono arrivato a scoprire che questi casi di bambini che ricordano le proprie vite passate non sono neanche tanto rari da incontrare, insomma, a quanto pare i bambini sono in grado di ricordarsi le loro vite precedenti. Ora non voglio dirvi che questo sia vero, ma un minimo mi fa rifletterre.

(Tratto da LaStampa)

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Il mistero delle teste di pietra


Stone Heads

E’ giallo nel villaggio britannico di Kilburn. Da settimane, alcune teste scolpite nella pietra sono state ritrovate di fronte ad abitazioni ed esercizi pubblici, destando la sorpresa - e in certi casi l’inquietudine - degli autoctoni. Mistero sull’autore delle sculture, che ricordano una fattura medievale. C’è chi teme sia opera di una setta di satanisti, chi invece crede che si tratti di qualche artista in cerca di fama.

A rendere la vicenda ancora più strana, è un indovinello scritto su un pezzo di carta blu attaccato ad ognuna delle sculture: “Brilla brilla come una stella, l’amore splende meno da lontano?”. Ciascuna delle teste, alte fino a 45 centimetri, è stata scolpita con cura a volte con uno stile moderno, altre in maniera simile ai gargoyle medievali. L’anonimo scultore ha depositato le sue bizzarre creazione nel cuore della notte in diversi paesi nei pressi del North York Moors National Park nell’arco delle
ultime due settimane.

Per ora del misterioso autore esiste soltanto un’immagine scura e irriconoscibile catturata dalla telecamera a circuito chiuso di Valerie Hoyes, una donna residente a Braithwell, un paesino a 65 chilometri da Kilburn. La Hoyes aveva trovato ben tre teste davanti a casa sua ad agosto, ma non aveva raccontato niente a nessuno fino a quando ha sentito che ad altri era accaduta la stessa cosa. Controllando i filmati della telecamera a circuito chiuso, la donna ha visto un uomo parcheggiare l’auto e scaricare le teste alle 4.15 del mattino. ”Assomigliano a dei gargoyle. Sono molto strane. Abitiamo a Braithwell da 26 anni e non abbiamo mai visto una cosa simile. Alcuni credono sia opera di seguaci dell’occulto”, ha detto la Hoyes.

(Fonte Tgcom.it)

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L'angelo fantasma della Basilica di San Pietro

Quando il poliziotto in pensione Andy Key è andato in vacanza a Roma, è rimasto colpito dalla bellezza di un raggio di sole che passava attraverso una finestra della Basilica di San Pietro in Vaticano. Così, da buon turista ha deciso di catturare quello splendore con la sua fotocamera. Solo quanto il signor Key, 48 anni, e sua moglie Susan, 44, sono tornati a casa e hanno scaricato le foto si sono accorti di una strana apparizione nella fotografia. I due infatti sono rimasti increduli nel vedere quello che sembra essere un angelo guardiano sopra le teste dei visitatori della Basilica.

Mr Key afferma:”Sembra un angelo che vola sopra i visitatori,è una cosa inspiegabile in quanto nelle loro teste non c’è niente che possa riflettere un immagine del genere”

Mr Key aveva deciso di fare una vacanza dopo essere andato in pensione dalla Polizia di Cambridge. Lui e sua moglie stavano visitanto la famosa chiesa quando hanno notato un gruppo di persone e solo allora hanno capito che il papa stava tenendo un discorso là vicino.

“Stavo fotografando tutte le cose attorno a noi e quando ho visto quell’enorme finestra con la luce che penetrava all’interno dell’edificio ho pensato che fosse bellissima” - spiega Andy - “Ho scattato la foto, ma non ho notato nulla di particolare fino a quando non sono tornato a casa; sembra quasi un ologramma. Sembra veramente una cosa sinistra.”

Fotografi esperti hanno studiato la foto del signor Key ma non sono riusciti neanche loro a spiegare cosa possa aver prodotto quello strano riflesso.

Andy ha aggiunto di non essersi recato a Roma per qualche motivo religioso particolare affermando di essere solo un visitatore come un altro.

“Non avevo mai pensato a angeli o a figure del genere prima d’ora, non so se credo alla loro esistenza, so solo che quel riflesso sembra proprio un angelo.

Molte persone hanno osservato la foto che ormai è diventata un mistero ma nessuna di queste ha dato una spiegazione razionale al fenomeno, questa si può considerare la prima foto sacra alla quale non si riesce a dare spiegazione.

Molte altre volte infatti sono state creati fotomontaggi ad hoc spacciati poi come apparizioni di santi e divinità.

(Tradotto liberamente da Neatorama.net)

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